lunedì 26 novembre 2012


La marmellata!

Molto indigesta, però...siete avvertiti!, ma, come al solito finirete col mangiarla lo stesso... e mosca! De resto ci siamo immersi: chi ce la fa fa!

Gli ingredienti (da miscelare in proporzioni variabili a seconda dei gusti): chiesa vatik ano e Ior; banche e banchieri; mafia e partiti; Europa delle nazioni e degli egoismi; un pizzico di delirio di onnipotenza senile e un pieno di supertecnici; masse educate; democrazia  primarie e renzi bersani & compagnia bella; infine una generosa dose di un buon addensante, l’ottimo “Bismonti”, q.b. a raggiungere la giusta vischiosità.

La ricetta è questa! collaudata, ma migliorabile certamente con ulteriori aggiunte e… buona nuotata!

lunedì 22 ottobre 2012


Ancora la scuola. Eh, NO! Ora basta! Ora è ora di andare a prenderli i soldi dove sono: l’otto per mille al vaticano, e ancora l’IMU al vaticano;  e i grandi esportatori di capitali e grandi evasori fiscali, e gli speculatori; e la politica e i politici tutti, corrotti corruttori e non; e nella scuola i soldi agli istituti privati e gli insegnanti di religione nominati dai vescovi e non licenziabili.

Ma come hanno governato per vent’anni e passa per ridurre questo Paese in queste condizioni? E colonizzato dai paesi europei del Nord. Altro che evitata la colonizzazione, si fa solo quello che comanda una certa Europa e noi ci si suicida e loro si arricchiscono. Non sarebbe ore di dire BASTA!? O la si fa un’Europa veramente unita con pari diritti per tutti… o… Io non lo so, so solo che questo non è vivere.

VEGETIAMO!

mercoledì 18 luglio 2012


Certo che tornerà, il buffone di corte. E come no? Con il suo cast di clown puttane e nani E tutto si verificherà comunque anche qualora le elezioni le vincesse il PD (con porcellum, o poco meno, ché oltre non si va) … Embè?... Chi mi sa dire  cosa è il PD? Lo chiedo  in giro, e nessuno sa rispondermi.  Ed è così che il nipote chiamerà lo zio e insieme prepareranno il trionfale ri-ritorno a furor di popolo del grande clown in grande coalizione… Sì, certo, ma solo dopo aver abbagliato gli impifferati l’accecante pulizia del licenziamento di qualche puttana, aequalche rozzo ladrone in galera E via i mentecatti documentati con elettroencefalogramma. E come no? Che forse all’Europa non andrà bene? Altroché! Andrà benissimo! Chi meglio di un capocomico a dirigere il balletto delle neocolonie Un clown che fa ridere e che basta gli assicurino i propri interessi e la fuga dalla giustizia a ché ognuno possa farsi i cazzi propri… compresa la cancellazione delle intercettazioni per i sacri e gli in violabili... Questa Europa è sempre la stessa! Europa delle Nazioni, gonfia di solide volontà di potenza. C’è troppa

Storia qui! Troppe identità e manco una lingua comune che si fosse trattato anche solo di una lingua ufficiale insegnata in tutte le scuole d’ogni grado e d’ogni… non ricordo... del regno.

Abbiamo ancora l’Austria di Cecco-Peppe orgogliosa d’aver saputo tenere insieme e in pace tante diverse etnie con una amministrazione efficiente e corretta; e la  Germania della potenza economica e militare; l’Inghilterra padrona dei mari; la Francia della rivoluzione e della grandeur... E noi siamo gli “italiani brava gente”… e che forse vorreste paragonarci agli spagnoli che sono “mezzo sangue arabo” e violenti?... e così via! Noi siamo tedeschi; noi inglesi; noi francesi… Ma ditemelo! ché io non ancora lo capisco: cosa significa dichiararsi ariani?... e che differenza fa…ora?

Eppure in una parte del Globo degli stati si sono uniti.  Ma solo in America poteva succedere, che era abitata da pochi sradicati che avevano preventivamente eliminato indigeni e bisonti. Comunque, nonostante parlassero tutti la stessa lingua, anche loro dovettero far ricorso ad una guerra.

Qui in Europa il solito mondo, antico e nuovo, carico di memoria e invaso dall’odio. E allora quali stati uniti tra fratelli coltelli? Al massimo ci saranno due fasulle unioni europee: una dei più forti, l’unione dei padroni; ed una dei più deboli, al rango di colonie. E magari anche un euro di serie A e uno di serie B. Al punto cui siamo giunti non ci possono essere altri sbocchi.

Ben venga allora il clown a farci ridere ed anche arrabbiare... almeno avremo la sensazione di essere vivi.

martedì 20 settembre 2011

Islanda!.. ennesima illusione.
Siamo precipitati nell’era de “I SOLDI!” E la vita se l’è accaparrata il danaro che ha esteso il suo influsso su tutto; ha assunto il controllo delle grandi masse e della mobilità sociale.…
Rotti in culo!
I manipolati perfettamente integrati e sepolti nella dinamica tecnica che li circonda, così come da morti lo saranno nella terra del cimitero.
Ed è la cappa per tutti… di merda e soldi! In abbondanza la merda, quanta più ne vuoi… e per i soldi aspetta e spera! Ma hai la speranza… il sogno… lotto enalotto superenalotto… ed è vero che si può sognare… e che possa bastare, il sognare.
I soldi sono per altri e li puoi individuare. Sono per quelli che ti tengono per le palle… gli individui primordiali dalle movenze e facce di bronzo, ed espressioni volgari e violente che vedi sfrecciare su macchine invadenti, mastodontiche, assurde e volgari… anche decappottate e ululanti e con veline al seguito. Gentaglia! che soldi rubati e successo hanno reso non solo accettabili, ma fin ossequiabili… Anche questi fanno parte del sogno.
Posso ancora illudermi?... Eppure lo so! So che è una sciocchezza pensare che, in fondo forse… inconsciamente?… Forse sotto sotto anche la massa tremebonda di pensiero disprezza questa cosiddetta alta società… sì, anche mentre cerca disperatamente di comportarsi come loro rinchiusa nell’amaro lager del desiderio.
Hanno vinto loro!
Sei sconfitto!, tu che l’hai gridato“I SOLDI!... I SOLDIiiiiii!!”, ma non puoi riconoscerlo, nemmeno solo con te stesso, e offri il consenso perché, come un bambino deficiente hai bisogno delle favole per continuare a vivere sognando.

lunedì 19 settembre 2011

Il vento è debole e di variabile direzione ed è un vento un vento tutto personale cosicché non ti resta che subire passivamente le “forze esterne, e quel che più prude e brucia nel buco del culo è che ciò equivale ad una ratifica de facto di quanto è accaduto.
Le cose accadono!
E non ti è più concesso andare nella direzione del tuo vento a creare te stesso secondo la tua propria logica, il tuo proprio impulso, il tuo proprio stile.
Il tuo vento è costretto a soffiare sempre più forte tutti gli anni per spazzare via la polvere accumulata, scacciare gli odori soffocanti… Seguirlo il vento diventa ogni anno un lavoro più faticoso, ma per quanto esausti vorremmo ancora poter dire. Lasciamo fluire l’inchiostro dalla penna e che spanda così come viene… in macchie! Che chissà… magari anche le macchie non possano organizzarsi in figure, come quelle di Rorschach, e svegliare qualche obsoleto circuito… e magari si morderà tardivamente le mani e la lingua.
Facciamo esercizio di ambiguità! Imbrattiamo ogni immagine che si affacci Storpiamo ogni parola che si capti Proponiamo enigmi! Disorientiamo!
Tu l’hai fatto e ti hanno cancellata.
Ma possiamo… dobbiamo continuare e affermare che questo è un Paese che così non vale la pena abitare… è cattivo! Volgare, incolto, barzellettaro... e anche senza possibilità di migliorarlo. Bisognerebbe essere capaci di stuzzicare, tormentare fino a far impazzire la gente… parlare di cancro e violenza e vecchiaia e morte… incidenti stradali e fiaccolate contro…
Continuiamo a provarci! ad urlare nel deserto che la vita in questo Paese è sempre più una farsa e che a nessuno è concesso ridere.
Suvvia, lo so! So che sono solo strani pensieri che a volte prendono per stanchezza… e anche per il culo… Lo so!, che ora ci sono solo incontri di senza memoria… di inariditi. E so anche che il nostro posto nel mondo si è fatto molto piccolo e l’impatto sulle altre persone ancor di più.
Ah… poter andare in giro come una volta… girare il mondo come un vecchio cantastorie con la folla intorno che ti beve avidamente… e piange. Storie eroiche con un allegro carretto siciliano tutto decorato a colori vivaci, e i pannelli con le immagini delle folle degli studenti di Parigi con il cartello “CE N’EST Q’UN DEBÛT”, e bandiere rosse, Marcuse e Lenin e Berlinguer… e tra le stanghe un asino con pennacchio che sul più bello risponde al verso lanciato da qualcuno e prende a ragliare forte… e  chi lo ferma più?

lunedì 12 settembre 2011

Cane randagio uso a ricevere pedate gironzola disorientato in un manicomio tra i tanti contraddittori dettagli impossibili da decifrare. Cose, luoghi, presenze… inquietanti accadimenti… una miriade!
E una verità!
Quella del perdente che ha perso il filo della propria vita, al punto di aver rotto i ponti con la storia e, in ginocchio, tra un attimo affonderà ché non sa che fare per ricomporla, la propria vita dimenticata, come rintracciare un motivo intorno a cui illudersi ancora per darle un senso.
Niente!
Tutto è falso! in un ingarbugliato eccesso di confusi pensieri continua la turbinante sarabanda dell’andare e venire.
Entrati in un futuro fatto di cose che sembra non ci appartengono e che corrisponde così poco a quello che si è stati e si è diventati e che impone la sua concretezza che provoca spavento. Cose che ci accorgiamo non sono più nostre quando si intrufola e risuona l’eco lontana e distorta di un mondo tramontato in maniera irrevocabile.
È un mondo tutto nuovo, questo, ove c’è abbondanza di tutto ma nel cattivo. Ove possono succedere cose che si ritenevano impossibili Ed è talmente strano quel che sta succedendo, che si finisce  col pensare  di star sognando… Può succedere di tutto! anche che un clownesco farabutto e truffatore si proclami inviato della Provvidenza e diventi signore dei comportamenti e quindi delle nostre non vite.
Nebbie di un mondo problematico nel quale siamo perduti e nel quale non c’è posto per la fervida e nostalgica curiosità della fanciullezza.
Contrada piena di malinconia, segreto tormento.
Fra l’io e la vita s’è aperto uno iato e questa non è più la tua vita.
Il cosiddetto progresso avanza con passo da vincitore e riduce a legna gli alberi e la tua vita… una spremuta d’angoscia e c’è più tempo che vita e l’anima vorrebbe volarsene via.

mercoledì 8 giugno 2011

Questi sono tempi che non sappiamo più bene quel che facciamo... né perché lo facciamo dal momento che la vita se l’è accaparrata il danaro.
Non c’è campo dove potersi muovere alternativamente: sono i tempi del successo di individui primordiali dalle espressioni volgari e violente Dalle facce cattive Individui che i soldi rendono accettabili... anzi ossequiabili Fin da prendere a modello.
È sempre più attuale il detto:
“A chi non ha niente è proibito non amare la merda”.
 Della vita si sente parlare sempre peggio e ci si riduce a balbettarne frammenti con pretesa di poterli mettere in ordine per una storia con un senso che non sia il danaro. Non ci sono rifugi da questo mondo sciatto e volgare del business e dei venditori con le analfabetissime donne sazie di cibo sdraiate nelle loro auto ammiraglie tedesche.
Eppure ci sono stati tempi in cui ci si poteva orgogliosamente mettere fuori dal branco Poi si è persa la strada di tutte le trame e non è rimasta altra via che lasciarsi andare al disordine senza senso, del “non voler dire, non sapere quel che si vuol dire, non poter dire quello che si crede di voler dire, e sempre dire o quasi”.
Perciò lasciamo fluire la penna e che l’inchiostro spanda così come viene... a macchie!, ché anche la macchie, a guardarle con attenzione, possono organizzarsi in figure, come quelle di  Rorschach, che sono ambigue e ognuno le legge e  interpreta come gli pare.
Sì!, non resta che imbrattare un foglio con ogni immagine che si affacci, ogni parola che si capti, e saranno enigmi che la mente cercherà comunque di risolvere.
Ah, però!... poter incontrare ancora una volta un vecchio cantastorie... me lo berrei avidamente!  Ma i miei incontri sono di senza memoria Siamo tutti inariditi al punto giusto.
Da un tavolino di un bar guardiamo passare ragazze giovani e subitamente partono gli apprezzamenti, di rito, per lo più volgari, ma è divertente!... poi si parla di pranzi, viaggi così... qualche volta si parla di calcio, auto mobili È rilassante! Anche se a me queste veline truccate e sculettanti che si espongono in vetrina per adescare non interessano! È pur vero che a loro la natura ha affidato il compito di perpetuare la specie e debbono catturare un maschio per la sopravvivenza di questa specie (che sarebbe un affare per il Pianeta se si estinguesse). Lo dichiaro senza timori il mio disinteresse, sia per la specie, che per le donne belle giovani eleganti... Solari!, come usa dire. Non mi interessano!  E nemmeno mi interessano i pargoli... per non parlare della specie.
Là per là suscito qualche perplessità La prima ipotesi (ne sono sicuro) che si affaccia è che potrei essere un omosessuale Poi... poi magari, e solo infine, sono considerato solo un originale… un po’ strambo. Cosicché, e più adeguatamente, divengo bersaglio di sorrisi per un matto degno di divertita commiserazione E la follia, come eventuale possibile valore, non viene nemmeno lontanamente  presa in considerazione. Eppure... eppure di questi tempi è soltanto nella saggia follia che può risiedere l’essere autentico. Perciò, per quanto mi riguarda, essere ritenuto e riconosciuto come matto mi inorgoglisce E da matto ritengo che questo mondo non vale la pena abitarlo È cattivo e anche non c’è possibilità di migliorarlo. Potrei assumermi, se ne fossi capace (e non lo sono), il compito di stuzzicare gli uomini... tormentarli fino a farli impazzire, ma il compito è impossibile anche perché si ha a che fare con teledipendenti di gomma programmati a prova di bomba.
E allora?
Allora non resta che ridere... È necessario ridere... e dunque... mettiamoci a ridere.